insolita pioggia di luglio e... pane di segale con uvetta e noci





































Mi spiace non esser più presente come vorrei e sono molto contenta di sentire che voi ci siete, così affettuosi e cari!
Oggi vi posto la ricetta di un pane forse più invernale. Più di una settimana fa si è abbattuto un temporale che ha fatto abbassare le temperature notevolmente (e con il caldo di oggi è un piacevole ricordo). La pioggia, a luglio, da noi è cosa rara, è più usuale a settembre; sembrava proprio di aver scavalcato un mese intero, se non fosse stato per la luce ancora troppo estiva che tradiva la vera stagione. Questa pioggia insolita ha spazzato quel caldo torrido e mi ha suggerito di accendere il forno, così ecco a voi questo pane profumatissimo e molto buono la cui combinazione, segale, uvetta e noci, assaggiai per la prima volta, molti anni fa, in un luogo incantevole del sud della Francia, Pézenas, famosa oltre che per essere stata la città di Molière, anche per le sue Petites Pâtes, piccoli cilindri di una pasta leggera e sottile, farciti con carne di agnello, buccia di limone, zucchero, sale, pepe e forse cannella.
A Pézenas vi era una libreria antiquaria dove incontrai il primo editore di Albert Camus, Monsieur Charlot. Era un uomo ormai molto anziano, completamente calvo, grande e più grasso che grosso, ormai quasi cieco e la cui voce sembrava perdersi nell'aria. Vestito in un completo scuro, con una candida camicia bianca, stava seduto su una comoda poltrona, al lato aveva un possente bastone appoggiato a un tavolino in cui si trovava una caraffa piena d'acqua e un bicchiere colorato di rosso. Io ero molto emozionata: avevo la possibilità di parlare con qualcuno che aveva conosciuto Albert Camus, scrittore tra i miei preferiti: per me ha rappresentato uno delle coscienze più profonde e moralmente elevate del nostro novecento, ha dato un'impronta, una direzione alla mia vita che altrimenti chissà come sarebbe stata. É stata una guida per me che ho sempre poco amato i maestri e i dispensatori di falsa saggezza chiusa, magari, in ideologie che, spesso, dimenticano la cosa più importante, l'essere umano.
Monsieur Charlot pubblicò i primi scritti del giovane Camus tra cui Noces, dove lo scrittore ispirato dalla bellezza, naturalistica e non solo, ne coglie l'essenza, la forza che darà vita alle sue riflessioni intorno all'Uomo.
Monsieur Charlot si sporse con la testa per vedere meglio la sagoma di questa straniera che, invece di porre domande, rimase del tutto in silenzio salvo quando cercava di rispondere alle domande che lui stesso poneva. Mi chiese cos'era che mi appassionava in Albert Camus e io gli risposi, con non poca esitazione, la capacità, per niente scontata, di cogliere la bellezza. Si potrebbe parlare di una morale della bellezza? Ed è  proprio il caso di questo piccolo libro, in cui il piacere di leggere della sua gioventù in quei luoghi del mediterraneo a me così familiari lo elegge a rango di "comfort book" (quando attraverso periodi particolari ho l'abitudine di rileggere alcuni libri che mi rasserenano).
Non ho mai avvertito così forte la vicinanza a un "sentire" come nel caso di questo scrittore. Le descrizioni della sua giovinezza in quei posti di mare, lì in Algeria, con quelle atmosfere che conosco bene: ho vissuto durante la mia infanzia la luce di quelle ore calde e abbacinanti,  gli odori delle piante e i loro colori come  del lentisco e delle ginestre, la sabbia bruciante e quel mare brillante e cristallino che cela quella salinità che resta sulla pelle. Sento l'appartenenza a quel paesaggio così immutato nei secoli, con i suoi colori e i suoi odori e le emozioni che l'uomo di qualunque epoca potrà sentire all'infinito. Così tanta bellezza ha portato Camus ad esssere un grande pensatore, acuto osservatore non solo del tempo a lui contemporaneo, ma dell'uomo nella sua profondità.
La mia vacanza durò qualche mese. Ero in compagnia della persona a me più cara, che ha rappresentato il grande amore, che adesso vivo solo nel ricordo e, come una nuvola sospinta dal vento, con la sua bellezza candida e fredda è volata via, sparita. Io sono ancora qui a cercarla, in questo cielo ormai sgombro, terribilmente terso e vivido. Ancora m'illudo di riconoscerla quando, timidamente, qualche nuvola in questo cielo di luglio fa capolino, magari arriva la pioggia ma quella nuvola, tra le tante, non c'è più...e non potrà più esserci. Sento ancora dentro l'emozione di quella nuvola, candida e leggera che arricchiva i miei giorni, con la sua pioggia portatrice di vita, con i suoi cieli grigi e altrettanto bellissimi ma che si trasformò però in qualcosa di opposto e irriconoscibile....succede!
Poi ritorna l'azzurro e la bellezza scontata di una magnifica giornata di sole.

Pane alla segale, con uvetta e noci

500g di farina di segale
200g di farina di semola
300g di lievito madre rinfrescato
acqua q.b.
sale
olio
120 g di noci
60 g di uvetta

Fare la fontana con le farine e al centro sciogliere il lievito madre con il sale. Cominciare a lavorare. In caso aggiungete un po' d'acqua, l'impasto però non deve risultare molto umido. Non preoccupatevi se la consistenza dell'impasto somiglierà a quello degli gnocchi di patate, quindi molto farinoso e per niente compatto, continuate lo stesso a lavorare per circa 10 minuti. Nel frattempo avrete messo a mollo uvetta e spezzettato le noci aiutandovi con il batticarne e un canovaccio.
Aggiungete un cucchiaio d'olio, lavorate ancora e infine aggiungete l'uvetta strizzata e le noci e mettete a riposare fino al raddoppio.
Riprendete l'impasto e date una prima piega. Poi dividetelo in più pezzi in modo da formare come delle ciabattine, e date una piega per ognuna. A questo punto mettete in una teglia e lasciate riposare ancor per un'ora. Nel frattempo accendete il forno a 200°C con un una ciotola d'acqua sul fondo.
Praticate dei taglietti alla superficie delle piccole ciabattine e infornate per circa 20 minuti.
Lasciate raffreddare su una grata prima di gustarlo.


Commenti

  1. Bello guardare le nuvole eh... Soprattutto quando sono cariche di pioggia e ricordi come le tue :) tu e il tuo racconto che sa di pane e pioggia di luglio mi fate pensare allo straniero baudelairiano (sti francesi, bel colpo di fulmine per noi anime sensibili ;D) che dopo aver negato rapporti con chiunque anche col la poesia e la bellezza dichiara la sua unica attività : guardare le nuvole, lassù lassù solo nuvole!ciao cara Elisa, ti auguro una nuvola che ti faccia scoprire gli orizzonti che a te più piacciono! :)

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  2. Molto interessante il tuo racconto. La vita ci offre delle occasioni e non sempre siamo in grado di capirne l'importanza e di coglierle. Il tuo pane di segale è veramente gustoso, mi piacerebbe assaggiarne una fetta.Buona domenica.

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  3. Grazie per il racconto. E grazie per la bella ricetta. Il pane è una di quei piaceri della vita che unisce gusto, tradizione, sicurezza....

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  4. allora, questo scrittore non lo conosco proprio, ma mi hai incuriosita! :) e il pane... dev'essere una vera delizia! bacino! sere

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  5. bella la ricetta, bello il blog e bella la questione del "comfort book"...condivido!!! :)

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  6. Ciao Elisa,bello il tuo racconto e buono il tuo pane....mi fermo da te!! Baci

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  7. elisa sei sparita contattami subito (scusa se uso il tuo blog in modo improprio) mauro mondadori

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