Viaggio in Sicilia nord orientale - buccia di limone in tour



Viaggiare in Sicilia è un viaggio che si moltiplica in tanti altri viaggi, su altre dimensioni, epoche, paesaggi.
Si entra in un pezzo di storia e ti se ne propone un'altra, magari fantastica, tra miti e leggende, così il viaggio è una continua scoperta, un susseguirsi d'immagini, colori, suggestioni sempre diverse. 
La Sicilia è una wunderkammer e noi, per apprezzarla, dobbiamo essere piccoli esploratori innocenti nello sguardo, capaci di farci coinvolgere dal susseguirsi di storie, luoghi e misteri.
 

Le colate di lava di millenni sono ancora presenti, sono oggi le rocce basaltiche, lisce che formano le gole dell'Alcantara dove il fiume cerca la sua via, stretto tra le pareti alte e grigie, cubi e parallelepipedi irregolari che sembrano essere caduti dalle mani di un gigante distratto.
Gole dell'Alcantara

spiaggia gole dell'Alcantara


Beh, in effetti, per una delle tante leggende, l'Etna è la montagna dove al suo interno è intrappolato il gigante Encelado che ogni tanto cerca di ribellarsi e scarica tutta la sua rabbia e furia attraverso il suo alito infuocato.
a muntagna, l'Etna è anche chiamato Iddu (lui) al maschile, per il nome con cui è sempre stata chiamata,  Mongibello, dall'arabo gebel che significa monte o forse dal latino Mulciber, uno dei nomi che venivano dati al dio Vulcano. Mongibello, in letteratura verrà usato a definire un vulcano come in questi versi "Sospirando piangea, tal ch’un ruscello Parean le guancie, e ’l petto un Mongibello (Ariosto).
Quindi il nome giusto sarebbe maschile ma l'Etna femmina è sicuramente più suggestiva se si pensa alla fertilità della terra che le sta intorno (dai vigneti di alta qualità, al pistacchio, alle mele, alle fragole, tutti prodotti unici per il loro gusto dato dai componenti particolari del terreno), alla turbolenza delle sue viscere, alla rassicurante quanto dominante presenza che si coglie da tante parti della Sicilia; una dama scura, in estate, e una sposa dal velo bianco in inverno con il capo ricoperto di neve;  lì, fiera, consapevole della sua potenza.
Etna da Castelmola

Etna da Trappitello



Ci s'inerpica per chilometri attraverso strade di montagna, incontri presenze silenziose, pecore e mucche, alberi immensi o lande completamente brulle e gialle, intravedi delle rocce dalle forme bizzarre e ti trovi sull'altipiano dell'Argimusco, dove un misterioso complesso di rocce dalle forme antropomorfe o zoomorfe, la cui storia rimane assai incerta, sembrano sentinelle di questo luogo isolato: vari studi sono stati fatti seguendo diversi approcci, da quello astronomico a quello prettamente archeologico, ma nulla di certo è stato trovato su questi megaliti di forme curiose, lavorati dal vento.


l'aquila

Si avverte un'aria sospesa, le nuvole sembrano minacciare pioggia ma il vento le porta via, le accompagna altrove, la luce cambia all'improvviso e continuamente, l'odore della nepitella, del timo, del finocchietto e di altre erbe basse e rigogliose, si spande per arrivare alle narici, in lontananza si sente il suono di un campanaccio: è l'ora della merenda per un gregge di pecore.

castello di Castiglione di Sicilia

Torre del Castello di Montalbano Elicona

Castello di Montalbano Elicona

sperone del Castello diCastiglione di Sicilia

Un'architettura barocca nasconde segni di un'architettura ancora più antica, greca, bizantina, araba o normanna, che racconta una Sicilia altra. 
Borghi e paesi, dalle case raccolte, grappoli di pietra dalle porte piccole e scure, adornati di fiori e piante a ogni soglia, degradano dal monte a valle, partendo dai resti di castelli distrutti, ricostruiti, modificati nel corso dei secoli, da Chiese, basiliche che dominano, e poi degradano, a perdersi a valle, come ciottoli che rotolano via da un fiume.
Da una parte si scorge il mare, sembra di toccarlo quando la luna, di notte lo illumina, sembra denso e vicino; di giorno le isole Eolie e la costa calabra sono così vicine che sembra di essere dento una carta geografica; si gira in tondo e sull'altro versante l'Etna e poi ancora le montagne dei Nebrodi, ricoperte in alto da boschi fitti.
Savoca

Novara di Sicilia

Ammiro le mura dei resti un castello normanno, le caratteristiche finestre, bifore, inquadrano il cielo, in alto, sento il suono sordo, ovattato di un pallone calciato e le grida di bambini, tutto questo si svolge al di là di quelle bifore, di quel muro di piccoli conci rosa, la vita continua con altri spazi, in un grandissimo cortile. 
Ho immaginato i ricordi di questi bambini quando saranno grandi,  racconteranno che giocavano presso le mura di un castello normanno, dei primi secoli dell'anno mille, forse consapevoli che tali vestigia appartengono alla loro storia più lontana e profonda.
Resti del Castello Normanno a San Marco d'Alunzio


Una chiesa diroccata dedicata a san Marco, senza tetto, forse mai finita, ma ai piedi, buttati lì come per caso, troviamo dei monconi di colonne greche: lì prima vi era il tempio di Ercole, che guardava al tramonto, sul mare.
Chiesa di san Marco/Tempio d'Ercole a san Marco d'Alunzio

Come si può rimanere indifferenti davanti a questo continuo cambio di scenario, a questa densa parola delle pietre, materia testimonianza di millenni: il sole che fa il suo giro tutti i giorni rimane immutato mentre ciò che illumina sconvolge e travolge il tempo e la dimensione piccola e umana.

Anche gli alberi raccontano la storia: a sant'Alfio vi è un castagno che sembra avere 3000 anni, è stato riconosciuto come l'albero più antico d'Europa, il tronco cavo fu il riparo perfetto, così come racconta la leggenda, per cento cavalieri che nel medioevo trovarono lì rifugio. Questo aneddoto dà il nome a questo possente castagno, appunto chiamato l'albero dei cento cavalli.
Castagno dei cento cavalli


Se questa è finora storia antica, la Sicilia ti sorprende anche per la visionarietà di alcun suoi figli, Antonio Presti è uno di questi, il mecenate, ideatore e sostenitore di Fiumara d'arte, un museo di sculture di arte contemporanea all’aperto che si sviluppa lungo la vallata in cui scorreva il fiume Tusa (oggi ormai a carattere torrentizio) per arrivare alla foce, sul mare Tirreno. Un lavoro che è iniziato nel 1986 e che arriva fino al 2015 con l'ultima installazione.
38° parallelo - la Piramide

Emergia Mediterranea

 E questa è un'altra storia che ancora continua...


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