Riso "del malato" e sul tempismo dell'influenza

In questo post avrei voluto parlarvi diffusamente della manifestazione culturale "A tutto volume"   : una tre giorni in cui la città di Ragusa diventa luogo d'incontro tra scrittori dell'ambito nazionale e gente comune appassionata. 
Tanti erano gli incontri a cui avrei voluto partecipare: per ragioni professionali a quello tenuto da Achille Bonito Oliva e, per ragioni di passione, a quello tenuto alla  Libreria Mondadori in cui veniva presentato il libro di Rita Russotto e Carlo Maria Sichel - Sicilia in cucina. 80 ricette della tradizione (e non ) - Sime books e di cui naturalmente avrei fatto un dettagliato reportage fotografico, ma soprattutto poteva essere l'occasione per incontrare altri appassionati di cucina come me, magari altri foodbloggers. 

Come avrete notato ho usato il condizionaleahimè!,  perchè di tutto questo mi è solo arrivata un'eco lontanissima a causa di una terribile influenza della serie "così non me la sono beccata mai". 

Consapevole di perdermi qualcosa di interessante e di buon livello culturale che raramente arriva in questa lontana provincia dell'impero, ero lì nel letto che mi contorcevo tra starnuti, colpi di tosse e dalla rabbia. 

Adesso vi pongo un quesito: secondo voi qual è tra tutti gli effetti incresciosi dell'influenza quello che più devasta nell'animo un appassionato di cucina che vive felice solo all'idea che ogni giorno possa scoprire o gustare qualcosa di buono? Non ci arrivate? 
Risposta: la totale assenza dell'olfatto e, di conseguenza, del gusto.

Ed è in questa funesta occasione che scopro che quando mangio, lo faccio per il piacere e non perchè mi debba nutrire; infatti, non riesco più ad andare oltre la seconda cucchiaiata, perchè non capisco più il senso di tale gesto. 
Ça va sans dire che oltre al piacere di mangiare mi passa il piacere di cucinare e quindi non saprei quale ricetta darvi al volo...mumble mumble, beh, potrei darvi la ricetta di quello che ho cercato di mangiare in uno di questi giorni da malata, un piatto che la mia mamma preparava sempre quando da piccoli stavamo male e quindi occorreva qualcosa di corroborante (la foto non ce l'ho, febbre troppo alta)


Riso con la carne o del malato (x 1 persona che mangia tanto)


100 gr di riso
150-200 gr di carne tritata netta
un bel giro d'olio evo
una spruzzata di limone
la buccia grattugiata di mezzo limone


Cuocete il riso in abbondanza d'acqua. Nel frattempo in un tegame, preferibilmente anti aderente, fate cuocere la carne, fino quasi a tostarla, così come si fa quando si prepara per il ragù (in dialetto a casa di mia madre, tale operazione veniva chiamata "sfusiare"). Ad essa aggiungete il riso già cotto, mescolate bene e servite con un giro d'olio, la scorza grattugiata   e una spruzzata di limone.
Inutile dirvi che su un'idea così le varianti per renderlo più gustoso sono infinite: carne aromatizzata con uno spicchio d'aglio e un fitto battuto di cipollotto o porro o per dare un tocco esotico, dello zenzero e cardamomo. Il riso può essere arricchito con delle verdurine come qui. Sbizzaritevi, così da riso "del malato" raggiunge rango di piatto da offrire agli amici!










Commenti

  1. non male!!!! buona idea

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  2. Ottimo... da mettere in archivio per i momenti in cui occorre fare regime!

    Attendiamo golosi le tue ricette! Scrivi scrivi... In bocca al lupo col blog :-)

    Salvo da Modica

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  3. é così piacevole leggerti! è l'idea che fa la ricetta, e in questa c'è sostanza!

    Ben

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